Avverto tutti gli amici di Pensieri e Fornelli, che declino la responsabilità di tutto quello che scriverò nelle prossime righe, a causa dei vaneggiamenti che contraddistinguono ultimamente i miei discorsi,dovuti alla dieta povera di carboidrati che sto facendo.
Eccoci qui, di nuovo a quel periodo che chi ama gli eufemismi definisce la “prova costume”. Prima di mettere le bellezze in mostra ci si preoccupa, per un mese all’anno, che ci sia qualcosa di bello da mostrare. Io, esemplare numero uno della specie, mi definisco ancora in forma post-parto, anche se mio figlio ha dieci mesi. Alcune volte, mentre corro come un’ossessa per ritornare nella mia forma abituale, per non definirmi ancora post parto quando mio figlio prenderà la patente di guida, penso a quanto siano subdoli alcuni meccanismi mentali, che sembrano provenire da un nostro bisogno e invece non fanno altro che alimentare l’ossessione che abbiamo di piacere agli altri.
Certo, piacere non è una cosa che non aiuti nella vita, anzi. Ma purtroppo il discorso dalla cura dell’aspetto fisico si può estendere a ben altri comportamenti. In fin dei conti quindi mi chiedo, che significa “stare bene con se stessi”?. Penso che sentirsi inadeguati sia capitato almeno una volta a tutti nella vita. Scandagliamo tutti i nostri comportamenti quotidiani, e cerchiamo di capire quali siano quelli che non sono influenzati in qualche modo, seppur indiretto, dagli altri.
Appurato che sia impossibile vivere con completa e profonda indifferenza verso quello che gli altri pensano di noi, sia ben chiaro, a vari livelli, c’è bisogno certamente di trovare la propria dimensione. Quella in cui, quello che veramente conta, è cosa pensino di noi le persone che ci vogliono bene. Cercare l’approvazione delle persone per cui abbiamo stima, non è una cosa di cui vergognarsi. Può essere uno stimolo a migliorarsi, può essere un modo per entrare in contatto. Che ognuno pensi con la propria testa non vuol dire che due teste non siano meglio di una.
Metto sei creme diverse al giorno (una per ogni parte del corpo non immune alla forza di gravità), quando mi alzo da tavola mi viene da piangere per la fame, e corro tutti i giorni senza una meta. Non è la prova costume quella che mi spaventa. Sto bene con me stessa se faccio qualcosa per migliorare la mia vita. E vedere nello sguardo di mio marito che gli piaccio, significa avere una vita migliore.
Perché il nostro specchio, ogni primavera, siano gli occhi delle persone che amiamo.
La vita va presa con leggerezza. E l’unico modo è avere qualcuno che ti aiuti a sostenerne il peso.