La mia paura più grande? Crescere.
Ho paura di svegliarmi un giorno e non riconoscermi più. Forse qualcuno, conoscendomi, non lo considererebbe un gran peccato, io invece, convivo con me stessa da 28 anni, e mi dispiacerebbe smettere. In effetti, negli anni forse sarò cambiata, ma adesso cambiare ancora mi spaventa. E questo è sicuramente il lato peggiore dell’avere tanto tempo per pensare, per vedere, minuto dopo minuto le proprie prospettive cambiare.
Il mio professore di fisica descriveva le trasformazioni quasi statiche come quelle percepite da una persona che ha il tempo di sedersi su una panchina, a fissare un albero mentre cresce … e io sono su una panchina, a guardare quell’albero, uguale a se stesso ogni secondo che passa, ma con la consapevolezza che sta crescendo. Diventare madre, è una gioia immensa, immensa tanto quanto le responsabilità che rappresenta. So che ci sono passati e ci passeranno in molti, ma ogni uomo è un’isola e…e io ho paura. Una dolce paura. Non di non essere in grado di cambiare i pannolini, quella è una virtuale certezza (sicuramente dovrà pensarci qualcun altro ;)).
Mio figlio verrà al mondo in un’epoca in cui la neve non fa più sorridere.
Ho dei valori tali da arrogarmi il diritto di trasferirli ad un altro essere umano?
Come fare ad insegnargli a cavarsela da solo, facendogli sentire sempre al contempo, che io sono lì per lui?
Forse dovrei solo portarlo con me su quella panchina. Guardando quell’albero, con me accanto, crescerà anche lui, come sto crescendo io ora. Resterò me stessa e spero che lui voglia conoscermi . Del resto, in amore non occorrono parole. Ed io lo amo già…
…E forse queste elucubrazioni sono frutto di una forte crisi di astinenza da amaretto di saronno , ancora cinque mesi, e sicuramente avrò tutto più chiaro.