Si parlava, qualche giorno fa, del presupposto fondamentale dell’amicizia. La sincerità. Mi sono accorta però che anche quello che sembra un valore universale, dal significato comunemente accettato, può essere visto da due angolazioni diverse (o anche tante altre, solo che a discutere eravamo in due). C’è l’amico “sincero sincero”, quello che fa gavetta con gli amici per poi andare da Maria De Filippi a fare l’opinionista col boa di piume al posto della Marilyn “de noartri”. Colui che ti dice sempre quello che pensa sui tuoi comportamenti e scelte, anche rischiando di risultare inopportuno. C’è l’amico “sincero”, quello che è coinvolto nelle tue scelte, le vede e se ne fa un’opinione, riservandosi di esternarla nel caso in cui la persona in questione richieda espressamente un consiglio. C’è l'”ipocrita”, che non è amico, vede le tue scelte ma non lo coinvolgono minimamente, e quindi le ritiene sempre ottime, tanto per lui è lo stesso. Ebbene, in questa guida Michelin dell’amicizia, chi ha più stelle, secondo me, è quello che fa delle scelte che si basino sul rispetto della sensibilità delle altre persone. I casi della vita sono tanti, e di certo, anche l’amico sincero con una sola stella, davanti a una scelta che possa mettere a repentaglio qualcosa di importante non aspetterebbe di essere interrogato. Tuttavia, occorre “situazionalizzare”, passatemi il termine. Gli eccessi sono sempre difetti, come la verità a ogni costo. Se un’amica si è tagliata i capelli e sta veramente male, il nostro peggiorare la situazione scoppiandole a ridere in faccia le farà ricrescere i capelli all’istante? Credo di no.
Il più delle volte, inoltre, le scelte che si fanno sono dettate da un modo personale di vedere la vita. E quando questo modo è diametralmente opposto al nostro, dire la propria opinione significa tentare di cambiare una persona partendo dal presupposto che siamo gli unici a ragionare nel modo corretto. Alcune volte vivere la vita che vogliamo ascoltandoci nel profondo è difficile. L’amico è colui che riesce a capire quando non riusciamo più a sentire la nostra voce, non è chi la copre con la sua. Chi ci ama sa quando abbiamo bisogno di aiuto, e quando solo un sincero silenzio può sollevarci. I rapporti con le persone vicine sono un’occasione di crescita, e le opinioni degli altri andrebbero sempre ascoltate. Sapersi mettere in discussione è una grande virtù. Avere degli amici che pensino che sappiamo quello che facciamo, anche se non avrebbero percorso la stessa strada, è una grande fortuna. Ci aspetteranno lì, quando saremo arrivati. Non si tratta di diplomazia, si tratta di rispetto. E il rispetto è amore, in tutte le sue forme. E come dice il grande Fossati, “crescere i capelli l’amore fa”. A buon intenditor, poche parole.