Alcune volte la vita è strana. O forse dovrei dire, per restare con i piedi per terra, la mente umana è strana, o forse , per piantarmici ,a terra, è strana solo la mia. Mi capita di essere in auto, in queste mattine di settembre. Il sole da est inonda gli occhi e la radio con il programma del mattino va, come me, verso la mia nuova vita. E penso. Penso che ho degli amici, pochi ma buoni, con cui ho la certezza che invecchierò.
Sento che ho una persona che mi ama,e che amo con la quale mi sto trasferendo in una nuova splendida casa. Sento che ho una passione, che ho la possibilità di coltivarla.
Irrimediabilmente sento che ho paura. Ma capita solo a me?
Capita solo a me di sentire il retrogusto amaro della tensione, quando tutto va a gonfie vele?
Allora cosa significa, che l’animo umano si crogiola perfettamente nelle preoccupazioni e negli affanni aspettando qualcosa di meglio , e non riesce a godere di un momento in cui si potrebbero chiudere gli occhi e lasciarsi solo inondare dalla luce di un mattino settembrino?
Forse si dice che la felicità è un attimo proprio per questo. Perché l’attimo dopo ci inonda il terrore che qualcosa possa disturbare questa felicità.
Se c’è un rimedio, voglio fortemente trovarlo. (a parte il prozac, si intende)
Sto frequentando un corso per diventare una cuoca professionista. Oggi ho scoperto che la pasta sfoglia fatta con la margarina non si scioglie in bocca come quella fatta col burro, che ha un punto di fusione più basso. E sono felice. Ora. E se non riesco a godermelo ora, qualsiasi cosa succederà domani, non mi sarò goduta quel che potevo, quando avrei potuto. Dovuto.
E allora, sapete che vi dico? Che sono felice. Di tutto. Della felicità di oggi. Del ricordo di oggi nell’affrontare un problema che avrò domani.
Sono felice senza nessun retrogusto. Felice alla vaniglia naturale e non alla vanillina.
Profuma soltanto, ma lascia un pessimo sapore in bocca…