Pirandello mi scuserà, ma dovevo adeguarmi ai tempi.
Ieri sono tornata da Bruxelles, ci sono stata per lavoro. E mentre la forza d’inerzia mi spingeva sul sediolino nella fase di accelerazione dell’aereo, mi sentivo estremamente viva in balia delle leggi che regolano il mondo ,e, subito prima di decollare, ho pensato al coraggio.
Quando si pensa a questa parola, al suo significato, vengono richiamate alla mente le imprese eroiche, la sfida dell’uomo alla natura, al destino. Altisonante e immediato collegamento all’essere umano in tutta la sua potenza, come anello di congiunzione tra il divino e gli esseri che popolano la terra, capace, in virtù dell’intelligenza , di comprendere e dominare gli eventi e le proprie emozioni.
Il significato che do io al coraggio, può sembrare meno degno di valore, ma ci credo fermamente.
Perché avere paura di salire su un apparecchio che sfida le leggi istintive della fisica, e farlo ugualmente, scavando nel profondo, per cercare, con certosino lavoro, di razionalizzare le paure più profonde, con calcoli probabilistici e raccomandazioni al Fato, dimostra coraggio.
E questo non è un inno alla follia, o peggio, alla mediocrità, ma un pensiero, per tutte quelle persone, che, come me (vi prego ditemi che ce ne sono altre), sfidano le proprie piccole grandi irrazionalità quotidianamente. Per chi sa che esiste il pericolo, anche se non si fanno grandi imprese, e anche per chi lo immagina dove non c’è. Non importa. Per lottare contro la paura, per non farle prendere il sopravvento, per permettere alla nostra mente di sognare, restando però con un occhio vigile sulla realtà, ci vuole coraggio. Ognuno di noi ha un mondo dentro di sé.
A tutti voi coraggiosi di vita, esplorarlo è il più bel viaggio che si possa fare. E non c’è neanche bisogno di prendere l’aereo…
E questo tiramisù si può mangiare senza aver paura della salmonella, perché ho pastorizzato le uova ; )