“Qui giace uno il cui nome fu scritto nell’acqua”, questo, John Keats, ora famosissimo poeta inglese, volle che fosse scritto sulla sua tomba, come eterno ricordo della vita da nullità che pensava di aver condotto. Spero davvero che possa sapere adesso quanto il suo nome non fu scritto nell’acqua come lui credeva. Quello che spinge molti uomini e donne a condurre in un certo modo la propria vita è la smania di lasciare un segno. “L’illusione”, per citare il più nostrano Foscolo. Spesso queste persone vivono fuori dagli schemi che crediamo imposti dalla società. Le passioni, l’arte, quel modo di pensare che un repentino raggio di sole abbia un significato sconosciuto ai più, rendono i geni incompatibili ai dettami della società. E non sono moderni, gli schemi sono sempre esistiti. Ma oggi mi sento un po’ filosofa, e mi interrogo sul valore del tempo speso da noi mortali. Con tutti i bisogni che si hanno, il valore del tempo di ognuno di noi si quantifica in base al guadagno, ahimè, in termini di soldi. Certo, se a John Keats fosse importato guadagnarsi la pagnotta, di certo la sua vita non sarebbe diventata storia. E non è una magra consolazione per uno che è morto povero, lontano dalla sua amata, perseguendo la Poesia, la più grande delle illusioni. Cos’è, dunque, che permette a certe persone di vedere il mondo in maniera differente? Di non aver bisogno di null’altro che quello per cui si pensa di essere nati? La passione. Fa fare grandi cose, alcune volte anche i soldi.
Passione è genio. Genio è follia.
Solo il folle vede lo scorrere del tempo scandito da meravigliose albe e malinconici tramonti. I sani hanno le bollette da pagare e gli orari da rispettare.
Il mio nome sarà davvero scritto nell’acqua, perché, ahimè, sono perfettamente sana. Ho degli hobby e le chiamo passioni, anche se so cosa significhi, come la maggior parte dei collezionisti di francobolli sparsi nel mondo.
E anche questa settimana mi sono presa il mio momento da folle, pensando a tutti i folli, le cui storie mi commuovono davvero.
Non si può lottare contro il cervello che ci è stato dato in sorte, ma contro gli schemi in cui ci imprigioniamo quotidianamente, sì, si può.
Il nostro tempo ha valore se cerchiamo di ritagliarne un po’ per qualche istante di follia. Per quello che veramente ci piace, che ci emoziona. La vita è così breve per essere sempre “sani”.
Ora vado a pagare le bollette, su quelle sì che c’è scritto il mio nome.