Un piccolo approfondimento su un frutto che ultimamente è molto in voga, soprattutto negli usi di pasticceria. Il Frutto della passione, il cui nome scientifico è Passiflora Edulis. Esiste in molte varietà, che si distinguono l’una dall’altra per le dimensioni ed il colore della buccia (che può essere da rossa a gialla).
La caratteristica generica è che questo frutto si contraddistingue per una polpa molto morbida e ricca di piccoli semi. Viene coltivato prevalentemente in regioni tropicali e sub tropicali. L’aspetto notevole, in contrasto con il nome, è il sapore molto acido, che lo rende adatto a stemperare il sapore dolce di alcune preparazioni di pasticceria (che assumono immediatamente un’aria esotica ed accattivante). Come tutti i frutti acidi, ha molte proprietà nutritive benefiche. E’ ricco di antiossidanti che combattono i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento. E’ molto ricco di pectina, che favorisce la regolarità intestinale. Ha effetti benefici nella cura dei disturbi dovuti a irregolarità glicemiche.
Tra tutte queste proprietà, d’altra parte, non si possono annoverare quelle afrodisiache, contrariamente a quanto il nome può farci immediatamente pensare. Originario del Brasile, questo frutto, deve la sua denominazione, si dice, ad un missionario agostiniano, Emmanuel De Villegas. Rientrato in patria dal Messico, nel 1610, portò con se questa pianta, che gli indigeni chiamavano Granadilla. Molto affascinato dal suo fiore, ne ritrovò il simbolismo della Passione di Cristo. La corona di filamenti come la corona di spine, i 3 stigmi come i 3 chiodi, i 5 stami come le 5 ferite di Gesù, e così via.
Qualunque sia la sua origine, l’aspetto del frutto della passione ci riporta immediatamente ai climi caldi e alle distese soleggiate.
Non è facilmente reperibile e questo ne fa un prodotto a prezzi non propriamente accessibili, rispetto agli altri tipi di frutta “nostrani”. Ad ogni modo, val la pena, per una volta, sentire sapori esotici e lasciarsi trasportare in un morso, verso culture così diverse.