Tanto tempo fa ho frequentato uno, organizzava serate in discoteca, e da alcuni discorsi che faceva penso non riuscisse a liberarsi dal frastuono della musica che gli rimbombava nelle orecchie. Un giorno, durante un suo fatuo monologo da primo appuntamento, mi fa: “… perché uno nella vita, a un certo punto, si trova a un bivio, house o commerciale…” E non era un’allegoria o una metafora musicale, cari amici, quello era davvero il suo dilemma.
Ogni giorno, più volte al giorno, la maggior parte senza neanche rendercene conto, facciamo delle scelte. E queste scelte, per quanto possano sembrare banali, influenzano il resto della nostra vita, in qualche modo che senz’altro ci sfugge. Ci sono occasioni, tuttavia, in cui le scelte da fare sono più eclatanti (tipo house o commerciale ; )), e anche se non sappiamo quali saranno le conseguenze, ci rendiamo conto che ne avranno, nel bene o nel male, e, forse, è proprio quello che le rende così difficili. Ed eccoci a pesare quello che abbiamo, e il suo contrappeso, quello a cui vorremmo arrivare. Il bivio, tra una strada già più volte battuta e una completamente sconosciuta. È a quel bivio che si trovano le emozioni.
Tutto ciò che occorre fare è decidere se lasciarci trasportare dal cuore o dalla ragione. Io penso che con la mente siamo in grado di arrivare solo fino a un certo punto. Ci sono incognite, come in matematica, che possono non dipendere da noi, e che costituiscono sempre un rischio. Ma dove non arrivano i calcoli sono certa che arrivi il cuore. Se siamo in grado di ascoltarlo.
Quando ci troviamo davanti a una scelta c’è sempre qualcuno che ce la pone, in qualche modo. La più grande disillusione dell’età adulta è che nessuno fa nulla per nulla. L’età in cui sembra più conveniente non fidarsi del proprio istinto. Perché a conti fatti, l’istinto non matura, non fa esperienza, non invecchia. È lì, la parte giovane di noi che cerchiamo di reprimere.
Insomma che bisogna fare davanti a quel bivio? Io penso a mio figlio, la parte più giovane di me. All’odore che ha ora, di sogni non infranti, di pomeriggi assolati senza voglia di studiare, di “una vita davanti”, di mondi da scoprire. Penso a che cosa vorrei insegnargli. Se a sognare o a ragionare. E penso che è come mettere da parte soldi per una vita, per ritrovarsi, alla fine, i più ricchi del cimitero. Le emozioni che si provano a quel bivio sono tutto ciò che abbiamo, l’unica certezza. Che la scelta sia giusta o sbagliata, il cuore non lo sa, e la ragione neanche. Solo che il cuore ha una marcia in più. Ti fa sentire che una voce è familiare anche la prima volta che la ascolti. E, soprattutto, ti apre una speranza sul futuro. Quel futuro in cui, qualsiasi scelta tu faccia, comunque vada a finire, ci sarà sempre il modo per rialzarsi. Dove per la ragione c’è solo la gravità, il cuore ci dà la spinta per volare. E allora, meglio di qualsiasi antirughe c’è qualcosa che ci fa restare giovani.
Anche la strada già battuta può essere piena di insidie. Si chiamano rimpianti, il cuore non ne ha colpa, ma la ragione sì.
È strano come alcune persone, inaspettatamente, ti lascino il segno. Ogni volta che mi trovo davanti a una scelta importante, chiudo gli occhi e vedo le due frecce, “house o commerciale”. Questo non mi aiuta nella decisione, ma sicuramente una bella risata non fa mai male.