Sento l’odore della primavera. Anche se ho il raffreddore che mi ottunde i sensi, ne ho uno che mi impone di uscire sul balcone, con il vento gelido che mi taglia la faccia, e strillare, perché sento che sta arrivando. Mi aggiro abbacinata per la casa imbottita di stracci e aspirina, ho addosso la canottiera, un maglione, una felpa, i leggins, due paia di calzini e sopra ancora i pantaloni della tuta, ma lei c’è, me la sento sotto gli strati di lana, sulla pelle. La primavera della mia vita. Il calore delle speranze disattese di cui ho finalmente capito il motivo. Sognare è indispensabile, l’importante è che siano i sogni giusti. E non posso sentirmi più in colpa se tutto quello che voglio in questo momento è sentire l’odore della primavera. Se tutto quello di cui ho bisogno è sentirmi me stessa. Senza compromessi. Abbandonato il senso di disobbedienza che mi accompagna da sempre, ogni volta che a una domanda diretta non riesco a definirmi in alcun modo, nessuno dei modi in uso nella nostra società, ho capito che l’aberrazione più grande è non essere se stessi. Concetto banale, trito. Una delle frasi anonime da cioccolatino. E pur essendo di felice audizione, da mettere in pratica è molto difficile, per tutti i fardelli che abbiamo intorno, che ci portiamo appresso senza neanche notarli. Che fanno sì che sia sempre inverno. Volete saperlo? Aspetto una bella notizia, da un giorno all’altro, magari nella cassetta della posta invece della solita bolletta. Non ho alcun appiglio con la realtà, nessuna logica, niente di concreto che possa rendermi così ottimista. Eppure, dal momento che è primavera, una bella notizia arriverà. E allora, con tutti i maglioni che ho indosso, uscirò in strada, correndo come una forsennata, magari stando attenta a non inciampare nelle pantofole viola che ho ai piedi. Perché questo è quello di cui ho bisogno, di un attimo, di un guizzo, di sapere che vale la pena sognare. E ne sono sicura, aspetto solo il momento di poterlo urlare. L’importante è essere pronti ad accoglierla. Io lo sono. La vita è fatta di percorsi strani, la maggior parte dei quali, i più difficili, sono dentro di noi. Come le stagioni. E allora, se vi fa un buon effetto come a me, prendete una bella aspirina. Ha degli affascinanti effetti collaterali. E come diceva Pino, che ancora non ho salutato, per sognare poi qualcosa arriverà…